Le donne sono superiori?

naturalesuperiorita-donneBuone intenzioni ma scarso contenuto: così si può descrivere in breve il libro “Sulla naturale superiorità delle donne” (Tarantola, 2010). Il sano proposito di promuovere l’apertura al “diverso”, e di illustrare come “comprendere le diversità sia più un guadagno che una perdita”, viene pesantemente penalizzato dalla superficialità con la quale viene trattato il tema del rapporto tra i sessi.


Già dall’introduzione è possibile scorgere una certa banalità delle asserzioni e delle constatazioni effettuate dall’autore. È ormai un luogo comune che “viviamo in un’epoca in cui è diventato più importante mostrare e mostrarsi, ovvero vendere la propria merce attraverso un’immagine di sé vincente e spregiudicata”; né suona nuovo il fatto che “l’uomo non è un’isola, non è stato pensato per essere da solo, ha bisogno degli altri fin dal suo primo istante di vita”; e di certo si può facilmente concordare con la generalissima affermazione secondo cui “l’altro può essere un pericolo, come tendenzialmente oggi pensiamo, ma potrebbe anche essere una risorsa”.

Purtroppo non sembrano esserci miglioramenti quando si arriva ad affrontare il tema principale del libro. Viene proposta con nonchalance una visione dei sessi a dir poco superata, secondo la quale “maschile e femminile” sono “l’alfa e l’omega, gli antipodi tout court della diversità umana che cercheranno, in questo lavoro, di dialogare più che respingersi, di avvicinarsi più che allontanarsi”. Ancora una volta, nonostante le visibili buone intenzioni, occorre sottolineare che questo tipo di discorso sminuisce e impoverisce il dibattito sui sessi e sui generi che, è bene ricordarlo, è ormai molto più vasto e ricco di così. Comprende infatti molteplici, variegati, potenzialmente infiniti punti di vista ed espressioni della identità sessuale e sociale.

Particolarmente fastidiosi possono risultare, a un occhio attento, certi luoghi comuni sulla figura e sul ruolo della donna. Dall’ “innato senso del rispetto ed amore per la vita” alla “loro caratteristica di generatrici di vita” alle loro qualità di “donne brave, arrendevoli, cortese, modeste e generose”. È seriamente pericoloso indulgere ancora oggi in stereotipi che, per quanto apparentemente positivi, rischiano in ogni caso di rinchiudere la donna (ma anche l’uomo) in uno schema prestabilito, nel quale ciascuno ha un ruolo e un etichetta a cui conformarsi.

“È soltanto un serio percorso di consapevolezza della propria identità e del proprio ruolo, unito alla non rinuncia ad esercitarlo, che ci può faticosamente condurre con successo fuori da questa generalizzata crisi di senso che viviamo in quest’epoca post-moderna”. L’assolutismo di tali affermazioni non solo non è di nessun aiuto nel dibattito sull’identità di genere, ma appare in contraddizione anche con le conclamate intenzioni dell’autore di educare alla diversità.

Questa diversità deve allora essere ricondotta a una mera dualità? L’apertura alla diversità significa forse che ciascuno deve riconoscere il proprio ruolo, diverso da quello di qualcun altro, e ad esso attenersi? A parte questi dubbi, suscita perplessità la limitatezza della bibliografia presentata dall’autore, che getta ulteriori ombre sulla pretesa scientificità del saggio. Infine, il questionario che costituisce la parte empirica del lavoro presenta delle domande che in qualche modo ricordano i test di una rivista femminile, esempio: “se paragonasse il Suo/Sua partner ad un animale quale sarebbe?”. A chi fosse curioso dei risultati, non resta che leggere il libro…

Renzo Taglietti: da oltre vent’anni impegnato nel campo educativo, coordina attualmente una struttura psichiatrica, occupandosi anche di formazione e supervisione sia nell’ambito della cooperazione sociale che nel settore pubblico, nonchè di percorsi di integrazione lavorativa per persone disabili e svantaggiate.

Autore: Renzo Taglietti
Titolo: Sulla naturale superiorità delle donne
Editore: Marco Serra Tarantola
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 17 euro
Pagine: 128