L’America di Gaddis tra ipocrisie e fanatismo

gotico-americano“Fuori si era levato il vento, facendo danzare le nere silhouette dei rami nudi, facendo cigolare una trave nel buio in cima alle scale”. In quest’atmosfera cupa, che suggerisce presentimenti apocalittici, si consumano le giornate di Liz, protagonista di “Gotico americano” (Alet) di William Gaddis. Un romanzo che dipinge a tinte forti l’America del fanatismo religioso e dell’arrivismo sociale, e al tempo stesso racconta l’aridità delle relazioni umane fondate sullo sfruttamento, sull’incomprensione reciproca e sulla menzogna.

Ereditiera squattrinata in attesa di eredità, casalinga senza alcun talento per i lavori domestici, Liz si trasferisce in una casa che “è un classico pezzo di gotico americano del fiume Hudson”. Questa abitazione sovraffollata di mobili, come la sua esistenza lo è di personaggi ambigui e gretti, primo fra tutti il marito Paul, diventerà per lei una gabbia, caotica e disordinata come la sua stessa vita: “lo scatto della serratura l’atterrì, non tanto per le minacce che chiudeva fuori quanto per l’idea di se stessa chiusa dentro”.

Paul, reduce del Vietnam, cerca di barcamenarsi tra i debiti e le cause civili da cui sono sommersi, e intanto insegue facili successi e affari poco puliti. Sempre in preda a una frenetica attesa di telefonate importanti, di lettere, di notizie che dovrebbero dare una svolta alla loro vita, ripete quasi ossessivamente “Io sto cercando di mettere su qualcosa”. Ed è proprio nei dialoghi ossessivi, frenetici, smozzicati che risiede la cifra stilistica di Gaddis. Un continuo parlare a vuoto dei personaggi, un parlare più a se stessi che agli altri, per ribadire le proprie convinzioni, o per giustificarsi anche di fronte all’evidenza della propria meschinità.

Un flusso di parole, simile alla “cupa corrente del fiume verso la foce”, che trascina in scontri insoluti, sermoni retorici, bugie premeditate o improvvisate. Attraverso il racconto accidentato, a volte falsato o parziale che fanno i protagonisti, il lettore viene a conoscenza di intrighi, lotte per il potere e veri e propri crimini. Il tutto ruota attorno alla figura grottesca e inquietante del reverendo Ude, per il quale Paul lavora in qualità di addetto stampa. Un fanatico religioso la cui attività missionaria in Africa nasconde in realtà il progetto di sfruttare le risorse minerarie del luogo.

A fare idealmente da contraltare a Ude è McCandless, ossessionato dall’evoluzionismo almeno quanto il reverendo potrebbe esserlo del creazionismo. L’uomo appare agli occhi di Liz misterioso e affascinante, come un eroe del cinema o un avventuriero. In realtà mente al pari degli altri. Inoltre, pur essendo a conoscenza di un segreto che potrebbe evitare la guerra che sta per scatenarsi per il giacimento minerario africano, non intende agire e sembra solo capace di una lunga serie di sentenze moralistiche come “La stupidità è la deliberata cultura dell’ignoranza”, “La verità rivelata è l’unica arma che la stupidità ha contro l’intelligenza”, “La massima fonte del’ira è la paura, la massima fonte dell’odio è l’ira e la massima fonte di tutto è quest’irragionevole religione rivelata, da qualunque parte la si guardi”.

Se Liz resta per lo più preda di questa corrente, di parole ma anche di eventi, senza poter opporre molta resistenza, riuscirà almeno verso la fine a rivelare il proprio punto di vista, forse ingenuo ma per nulla indulgente nei confronti della retorica di McCandless, del suo falso perbenismo: “me l’hai detto, me l’hai detto, che ti aspettavano al varco pronti a saltarti addosso mentre passi la seconda metà della tua vita a mettere un po’ d’ordine nel casino della prima? […] Di non lasciare almeno le cose in uno stato peggiore di prima, se non puoi lasciarle in uno stato migliore, che sei l’unico che ha ancora queste grandi idee e intanto stai qui, in questa casa, in questa cucina, stai qui a fumare e tossire e parlare e lasciare che si ammazzino tra loro per una cosa che non esiste nemmeno?”.

William Gaddis (1922-1998) è stato uno dei più grandi scrittori americani del 20esimo secolo. Ha scritto cinque romanzi e ha vinto due volte il National Book Awards. In Italia sono usciti Le perizie (Mondadori, 2000), Gotico Americano (Leonardo, 1990) e JR (Alet 2009). Alet pubblicherà tutte le sue opere.

Autore: William Gaddis
Titolo: “Gotico americano”
Editore: Alet
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 16 euro
Pagine: 288