Autobiografia di un magistrato

ne-valeva-la-penaNe valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di stato e di giustizia offesa” (Laterza, 2010) di Armando Spataro. Si, ne valeva la pena: così risponde con questo libro il Procuratore aggiunto del Tribunale di Milano, Armando Spataro, a quanti mettono in dubbio i risultati raggiunti dalla magistratura nella difesa delle proprie prerogative contro gli attacchi operati negli anni recenti dagli altri poteri costituzionali, e segnatamente da quello politico.

E cerca di spiegare le ragioni di questo radicato convincimento in un ponderoso testo autobiografico (oltre seicento pagine) in cui ripercorre gli ultimi trent’anni di storia giudiziaria italiana, il periodo in cui ha diretto in prima persona alcune delle inchieste più scottanti: da quelle sulle Brigate Rosse e Prima Linea a quelle sulla criminalità organizzata, per finire al terrorismo internazionale. Una descrizione dettagliata e ricca di spunti e particolari inediti che contribuiscono a fare luce su alcuni fatti e misfatti della nostra storia recente. E’ soprattutto un racconto appassionante e appassionato scandito da vicende torbide ed individui ambigui, ma popolato anche da incontri con persone “da amare”, di straordinaria generosità e statura morale.

Tante le cose che hanno arricchito la vita personale e professionale dell’autore ma non poche quelle che l’hanno dolorosamente e per sempre segnato: come l’omicidio del collega con il quale aveva condiviso la prima grande inchiesta sul terrorismo milanese, Guido Galli, che ricorda come il suo vero maestro, “il fratello maggiore che non ho mai avuto”.

Il filo conduttore del libro è quello del contrasto tra magistratura e potere politico, fonte di infinite polemiche e tutt’ora irrisolto. Scrive Spataro: “Cambiano i governi, nessuno dei quali sarà mai disposto ad accettare fino in fondo il ruolo che la Costituzione affida alla magistratura“. Secondo l’autore, quindi, nel nostro ceto politico, sia di destra che di sinistra, c’è “una irriducibile propensione al conflitto con i magistrati“.

A questo convincimento Spataro è giunto attraverso l’esperienza maturata negli ultimi cinque anni a fianco del collega Pomarici con il caso Abu Omar che – grazie all’indipendenza della magistratura italiana e della obbligatorietà dell’azione penale, norma sancita dall’attuale Carta Costituzionale e oggi seriamente a rischio –  ha portato sul tavolo degli imputati, caso unico al mondo, appartenenti ai servizi segreti americani e italiani.

Quest’inchiesta, la cui analisi dettagliata occupa la parte preponderante del libro, ha segnato sotto molti punti di vista il modo di Spataro di considerare i rapporti istituzionali e il ruolo della politica.  E con grande amarezza l’autore ricorda due episodi chiave: Il primo, quando gli furono attribuite “condotte costituenti gravi reati” dal Presidente di un governo di centro – sinistra; l’altro, quando due governi di diverso orientamento politico hanno, uno dopo l’altro, apposto il segreto di Stato su notizie universalmente note perché da tempo circolanti sul web.

La rappresentazione delle numerose vicende raccontate, che non lesina severe critiche alla classe politica e non solo italiana, appare certamente quella di una “parte in causa nel conflitto”, ma ad esso, tuttavia, non si può disconoscere il merito dell’estrema franchezza.

Armando Spataro è magistrato dal 1975 e ha sempre lavorato alla Procura della Repubblica di Milano, dove dal 2003 è Procuratore Aggiunto. Tra il 1998 e il 2002 è stato componente del CSM. Si è occupato di terrorismo interno, di criminalità organizzata e mafia, di terrorismo internazionale. Numerose le sue esperienze di lavoro e studio in campo internazionale. E’ autore di saggi e pubblicazioni di carattere scientifico in materia di criminalità organizzata e terroristica, di tecniche investigative e procedura penale.

Autore: Armando Spataro
Titolo: Ne valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa
Editore: Laterza
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 20 euro
Pagine: 613

* Diritti dell’articolo di Roberto Bisogno