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Il libro del centenario nerazzurro. Intervista a Gabriele Porri

 

di Federico Valenti

 

Frutto di ricerche di archivio dei principali giornali italiani e della visione di partite su dvd, "Inter cento per cento" racconta tutte le partite leggendarie ma riserva anche un paio di chicche per gli storici del calcio. Dopo lo scudetto assegnato a tavolino nel 2006, si è detto molto del titolo vinto dall'Inter nel 1910 e del "ripescaggio" dalla retrocessione nel 1922. Ebbene, su "Inter cento per cento" troverete le risposte a queste insinuazioni, che fanno uscire per l'ennesima volta l'Inter pulita.

 

Ha scritto un libro sull'Inter, nonostante la sua giovane età ha ricercato fonti molto lontane, parlando anche di 'eventi controversi' ad esempio campionati del 1910 o del '22. Quali sono le fonti?

Una serie di libri che sono citati nella bibliografia ma soprattutto i giornali dell'epoca. La Gazzetta dello Sport nel 1910 della vicenda di Inter-Pro Vercelli fornì una copertura inusuale, nel mio libro ho riportato sia i comunicati dei vercellesi che quelli della società nerazzurra, infine quelli della Federazione. In sostanza, accadde che la Pro Vercelli, pur di non negare tre propri giocatori per un torneo che nulla aveva a che fare con la Federazione , rinuncio al campionato federale. Col tempo, i tre giocatori sono diventati "tutti i giocatori", il torneo militare si e trasformato in una partita della "nazionale militare" e si e detto che l'Inter aveva rifiutato di cambiare la data su richiesta della Federazione. Quella del 1922 e passata alla storia come la vicenda del "ripescaggio", in realta si trattava di una riorganizzazione dei campionati avvenuta a stagione in corso per la riunificazione delle federazioni. Si è detto che l'Inter non avesse giocato gli spareggi di ammissione per rinuncia degli avversari, in realta era solo il primo turno, la sfida decisiva fu giocata e vinta contro la Libertas Firenze.

 

Ritiene che per la sua storia, l'Internazionale abbia qualcosa in più di tante gloriose societa italiane?

In realta le grandi del calcio italiano hanno ognuna le proprie caratteristiche, la cosa curiosa e che nella gran parte dei casi sono rimaste le stesse nei decenni. L'Inter - a parte la parentesi della prima parte dell'era di Massimo Moratti - ha sempre rappresentato un po' la sbruffonaggine milanese, ben rappresentata non solo da Peppino Prisco, ma dal piu "Bauscia" di tutti, Benito Lorenzi. Ed è vero che è una squadra femmina, che non da mai certezze.

 

Quali sono i campioni di oggi e di ieri che più sono nel cuore dei tifosi e qual e' il suo preferito?

Del passato sicuramente Meazza,Benito Lorenzi, tutti ma proprio tutti i giocatori dell'Inter di Herrera. Dell'era piu recente Rumenigge, Ronaldo ed Ibrahimovic.

 

Quali sono le partite più belle e quali le piu brutte, anche se non ha potuto viverle direttamente?

Inter-Real del 1964, Inter-Liverpool del 1965, ancora prima la partita del 1930 col Genoa in cui crollarono le tribune, piu recentemente la vittoria in UEFA con la Lazio di dieci anni fa e le ultime vittorie in campionato, specie il 2-0 di Parma per il valore non solo calcistico ma anche simbolico (direi quasi catartico). Le piu brutte? Le solite: il 5 maggio e fin troppo facile, tra l'altro è stata la replica del 4-2 che la Lazio inflisse all'Inter nel 1935, togliendole lo scudetto a favore della Juventus, la finale di Lisbona e la partita di Mantova del 1967. Veri drammi sportivi che pero hanno contribuito a fare dell'Inter quel che è oggi.

 

A proposito dei fatti controversi, recenti accuse rivolte a Mancini e compagni sulle intercettazioni con Domenico Brescia, cosa c'è di vero?

Guardi, consiglio a tutti di leggere un libro che è uscito tre anni fa ma ancora attuale: "Notizie di Cialtronia" di Stefano Olivari. Ci si trovano parecchie vicende che riguardano il marcio del calcio, ma anche storie di questi strani personaggi che gravitano intorno a giocatori e agli allenatori, che cercano di avvantaggiarsi da queste "amicizie" e poi si ingegnano a fare i "fac-totum". Le intercettazioni rappresentano perfettamente questo tipo di rapporti, non c'e niente di penale, né di disciplinare in ambito sportivo, al limite potremmo indignarci dal punto di vista morale.

 

L'inter durante la gestione Moratti, ha vinto una coppa uefa con Simoni, poi il vuoto fino agli ultimi 2 campionati, quali i motivi? era solo un problema di 'palazzo' oppure c'era anche un problema di mentalità?

E' stato un mix delle due cose. Certo senza quelli che tu chiami problemi di 'Palazzo" e che per me sono illeciti di squadre concorrenti che hanno poi vinto, l'Inter di Moratti avrebbe vinto uno o due campionati prima dell'arrivo di Mancini, di certo col tecnico di Jesi e cambiata la mentalita, o meglio Mancini con il suo carattere di vincente ha sopperito ad alcune lacune societarie che, se lui lasciasse, potrebbero tornare a galla.

 

Perche in Champions league i ricordi sono soltanto in bianco e nero?

Io distinguerei due periodi. Il primo va dal 1965 - ultima vittoria in Coppa dei Campioni - fino alla fine degli anni '90, li si è trattato si un problema per cosi dire statistico: in quel periodo l'Inter ha vinto solo tre scudetti, e allora in "Champions" ci andava solo la squadra campione. Nelle tre partecipazioni, l'Inter e arrivata una volta in finale e una volta in semifinale. Da quando la Champions ha la formula attuale, l'Inter ha messo insieme una squadra da corsa per le competizioni lunghe, ma con pochissimi giocatori di talento che possono risolvere la sfida a eliminazione diretta.

 

Chi sono i protagonisti di questa 'rinascita' nerazzurra degli ultimi anni?

Un nome su tutti: Roberto Mancini. Tanto vituperato, introverso, con pessimi rapporti con la stampa ma uno che vuole sempre primeggiare. Spesso criticato anche come allenatore, ha scommesso su un portiere semisconosciuto come Julio Cesar, ha valorizzato giocatori come Maicon e Maxwell che erano a un bivio della loro carriera, ha cambiato di ruolo di Zanetti, ha sciolto le briglie a Ibrahimovic, a differenza di altri. Del resto, è lui l'elemento di "rottura" tra il prima e il dopo le vittorie nell'era Moratti.

 

Sente come un problema la quasi assenza di italiani nella rosa?

Come cito nel libro l'Inter nasce per "facilitare l'esercizio del calcio agli stranieri residenti a Milano", si chiama Internazionale proprio per questo. Al tifoso interessa l'attaccamento alla maglia e sa riconoscere chi ce l'ha e chi no, a prescindere dalla nazionalita.

 

Quali prospettive per i prossimi 100 anni di grande storia?

Cento anni sono tantissimi, non saprei nemmeno dire se tra cent'anni ci sara ancora il calcio. Più che prospettive, un auspicio: altri 100 anni di successo, senza snaturare la propria storia e la propria identità.

 

Augurandoci che il calcio e l'Inter esistano ancora tra 100 anni.

 

Voto: 7,5

 

Autore: Gabriele Porri

Editore: The Boopen

Pagine: 262

Anno di pubblicazione: 2008

Prezzo: 15 Euro

Formato: 14,8 x 21

 

(03 giugno 2008)

                    

Gabriele Porri (Broni, 1969) ha collaborato dal 1992 al 1997 con il quotidiano "La Provincia Pavese" occupandosi di calcio e basket, poi ha lasciato il giornali­smo per altre esperienze lavorative. Tifosissimo dell'Inter, nel dicembre del 2006 e tornato al vecchio amore, diventando Community Manager per la ver­sione italiana del social network mondiale di calcio OleOle.com. Oltre a essere un blogger, e esperto di storia del calcio e il suo sito www.storiadelcalcio.info e il sito del settore piu vi­sitato in Italia. Ha pubblicato un racconto nell'antologia Rac-corti (Giulio Perro­ne Editore, Roma 2008). "Inter cento per cento" e il suo primo libro, ma sta gia lavorando ad altre due opere, un libro di storia del cam­pionato di calcio e una raccolta di racconti di calcio minore.