Pinocchio. Le mie avventure

Pinocchio. Le mie avventurePinocchio. Le mie avventure (Gallucci 2016) narra le vicissitudini del celebre burattino di legno raccontate in prima persona da Andrea Rauch e illustrate da Guido Scarabottolo.


“Una volta ero un bel pezzo di legno. Non di legno pregiato. Geppetto mi aveva trovato nella bottega di mastro Ciliegia (ma attento a non chiamarlo così) e aveva deciso di costruire un burattino che sapesse ballare e fare i salti mortali”.

Il falegname Geppetto lo aveva chiamato Pinocchio “è un nome che gli porterà fortuna”. Il burattino, nella poverissima casa dell’artigiano, aveva ascoltato una vocina stridula, pedante e fastidiosa: “Io sono il Grillo parlante e abito in questa casa da più di cento anni!”. Pinocchio, il quale aveva subito mostrato di essere un birbante, lo aveva zittito con una martellata. “Lo presi in pieno e lo lasciai stecchito”. Il coscienzioso Grillo, intendeva mettere in guardia il burattino: “guai a quei ragazzi…”. Pinocchio si era addormentato con i piedi, “un bel legno stagionato”, poggiati sul caldano, recipiente in cui si tengono braci per scaldarsi, quando avevano preso fuoco.

“Mi hanno mangiato i piedi” piagnucolò il burattino. Invece di andare a scuola “andrò domani, c’è sempre tempo” il burattino era andato ad assistere allo spettacolo “Gran Teatro dei burattini” con Arlecchino e Pulcinella gestito dal barbuto Mangiafuoco, il quale aveva regalato a Pinocchio cinque zecchini d’oro. Il malandrino, lungo la strada che lo conduceva a casa, si era imbattuto in due loschi individui, il Gatto e la Volpe, “sembravano due personcine garbate e generose” che avevano convinto Pinocchio a seppellire le monete in un campo miracoloso. Il disonesto duo lo aveva indotto a credere che dagli zecchini sarebbe nato un albero carico di soldi. Un grande affare, una magnifica occasione per il credulone Pinocchio! “Diventerò un gran signore, sarò la consolazione del mio povero babbo”.

Nel bosco il burattino era stato derubato degli zecchini e nella fuga aveva scorto una casina alla cui porta aveva bussato. Qui vi abitava una bambina dai capelli turchini e dal viso color del latte. La Bambina era la Fata dai capelli turchini, la quale abitava in quel bosco da più di venti anni. Tante sono le avventure che attendono il grullerello Pinocchio prima di diventare un bambino in carne e ossa. “A noi burattini ne capitano di tutti i colori”.

Lo scrittore e giornalista Carlo Collodi (1826-1890), pseudonimo di Carlo Lorenzini, aveva pubblicato nel 1883 presso la Libreria Editrice Felice Paggi di Firenze il romanzo per ragazzi “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” con le illustrazioni di Enrico Mazzanti. Più di un secolo dopo con uno stile colloquiale e accattivante Andrea Rauch rivisita il celebre personaggio riproponendo il percorso di crescita di Pinocchio, il quale a proprie spese, imparerà a distinguere il bene dal male.

Il burattino, letto e amato da tanti bambini, è ancora attuale in quanto metafora, a prescindere dell’età, di chiunque non voglia assumersi né responsabilità né incombenze. I piccoli lettori ritroveranno il simpatico monello alle prese con il Grillo Parlante, la sua remota coscienza, il suo babbo, il pover’uomo Geppetto, chiamato Polendina per la sua parrucca giallo-polenta, lo svogliato e discolo Lucignolo e la sollecita e buona Fata sempre pronta a venire in suo aiuto.

“Mi svegliai e non ero più un burattino di legno ma un ragazzino vispo come una pasqua di rose”.

Andrea Rauch, grafico e illustratore, per Guido Scarabottolo ha riscritto la storia di Pinocchio.

Guido Scarabottolo, è uno dei più importanti grafici e illustratori europei. Anche se non ha un cane, tutti lo chiamano Bau.

Autore: Andrea Rauch
Titolo: Pinocchio. Le mie avventure
Editore: Gallucci
Pubblicazione: 2016
Prezzo: 18 euro
Pagine: 48