La piccola città dei sopravvissuti

la-piccola-citta-dei-sopravvissutiLa storia oggetto nel libro La piccola città dei sopravvissuti di Caroline Moorehead (Newton Compton Editore 2016), rimasta a lungo sconosciuta, fu resa nota per la prima volta da un periodico americano nella primavera del 1953.


In quel periodo era in corso in Francia un acceso dibattito sul ruolo giocato dalla Repubblica di Vichy nella ricerca degli ebrei presenti sul territorio francese. La testimonianza di un ex colonnello delle SS, infatti aveva confermato le voci di un eccessivo zelo dimostrato dal governo Pétain nel fornire le informazioni necessarie ad individuare le persone destinate ai campi di sterminio del Terzo Reich. La Francia in quegli anni si domandava soprattutto se l’antirazzismo del governo Petain fosse stato realmente rappresentativo del prevalente sentimento popolare.

Una storia simile si rivelò assai utile per mettere in ombra chi aveva collaborato e, al contrario, celebrare chi aveva resistito. In particolare, un villaggio; Le Chambon, che fu il palcoscenico della vicenda, divenne il simbolo della “resistenza non violenta” (in questo caso il richiamo a Gandhi è d’obbligo) al sistema Hitler-Pétain e i suoi abitanti, come dichiarò nel 2004 il presidente Chirac, “la coscienza del Paese”. La Moorehead, per quanto può essere ricostruito dopo settanta anni dagli avvenimenti, descrive una realtà estremamente più interessante, grazie anche ad una  narrazione resa appassionante e godibile dalla scrittura e dal suo scrupolo storico.

I fatti narrati si svolgono fra il 14 giugno 1940, giorno in cui le truppe di occupazione naziste fanno il loro ingresso a Parigi e la liberazione della Francia nell’estate del 1944. Il protagonista è il pastore protestante Trocmé, capitato nella remota parrocchia di Le Chambon sur Lignon, un villaggio sperduto e assai poco accessibile posto sulle montagne nella parte orientale del Massiccio Centrale, a seguito del trasferimento deciso dai suoi superiori. Un compiacente prefetto regionale e un buon ufficiale tedesco insieme ad un gruppo di abitanti completano il cast dei personaggi. Si tratta delle vicende che, in un drammatico frangente della storia europea, coinvolsero una piccola comunità agricola che, con sorprendente coraggio ed altruismo, riuscì a salvare migliaia di ebrei, di cui molti bambini, ed un numero imprecisato, ma non piccolo, di partigiani, di agenti segreti americani e britannici ed altri ancora.

Una commovente epopea fatta di silenzi e di complicità, di atti eroici e sacrifici personali, una pagina memorabile di opposizione al nazismo nel cuore dell’Europa. Il racconto della Moorehead si spinge oltre la conclusione del conflitto mondiale per soffermarsi nel dettaglio sulle gravi conseguenze della guerra sulla sorte di migliaia di bambini: un ricordo ed un monito a non dimenticare.

Caroline Moorehead, nata a Londra, è giornalista, autrice e attivista per i diritti umani. Ha firmato numerose opere, tra cui la biografia di Bertrand Russell e una storia della Croce Rossa, e ha collaborato con le più famose testate internazionali, tra cui «The Independent», lo «Spectator», il «Times» e la BBC. La Newton Compton ha pubblicato Un treno per Auschwitz.
Village of secrets è tradotto da Maria Cristina Cesa e Lucilla Rodinò.

Autore: Caroline Moorehead
Titolo: La piccola città dei sopravvissuti
Editore: Newton Compton
Pubblicazione: 2016
Prezzo: 9,90 euro
Pagine: 334