I Capricci del destino di Blixen letti da Laura Morante

il-pranzo-di-babette-e-la-storia-immortaleLa voce appassionata di Laura Morante legge “Il pranzo di Babette e La storia immortale” (Emons 2012) di Karen Blixen due racconti tratti dalla raccolta Capricci del destino (Feltrinelli) pubblicata per la prima volta in Italia nel 1958.

A cinquant’anni dalla scomparsa di una delle maggiori scrittrici del Novecento la Emons, attraverso la espressiva lettura di un’interprete sensibile come Laura Morante, offre la possibilità di ascoltare la magica e potente atmosfera che scaturisce dalle figure di Babette, dalle mesdames Martina e Filippa, dall’animo meschino di Mister Clay e dall’ebreo errante Elishama. Sono strani e ineludibili gli Anectodes of Destiny e Isak Dinesen (uno dei tanti pseudonimi della scrittrice) ne era consapevole, basti pensare agli avvenimenti principali della sua esistenza, conclusasi il 7 settembre del 1962 a Copenaghen. La baronessa von Blixen – Finecke indimenticabile autrice de La mia Africa “Avevo una fattoria in Africa ai piedi degli altipiani del Ngong… ” fedele cronaca delle sue esperienze in terra africana, in questi due coinvolgenti racconti volge la sua attenzione all’eterno contrasto tra ciò che è ritenuto morale e opportuno e i desideri dell’animo umano.

Babette Feast (1950), “In Norvegia c’è un fiordo che si chiama Berlevaag Fjord”. In una delle tante “casine di legno tinte di grigio, di giallo, di rosa e di tanti altri colori” del paese in miniatura di Berlevaag molti anni fa vivevano due anziane signore “alte e flessuose”. Il padre di Martina e Filippa, così chiamate “in onore di Lutero e del suo amico Filippo Melantone” era stato “decano e profeta, fondatore di un pio partito ecclesiastico noto e riverito in tutta la nazione norvegese”. L’uomo aveva allevato le sue belle figlie “nell’ideale d’un amore celeste, e ne erano tanto prese che non si erano lasciate toccare dalle fiamme del mondo”. Gli adepti della setta avevano deciso di rinunciare a tutti i piacere terreni, perché “la vera realtà era la Nuova Gerusalemme verso la quale essi aspiravano”. Le “due pie donne” che in tutta la loro vita “si erano vestite dimessamente, di grigio o di nero” avevano al loro servizio Babette “che aveva bussato alla porta della casa gialla dodici anni prima”. Poteva sembrare a una prima occhiata che fosse un’incongruenza per due puritane avere come domestica una donna francese “ma la vera ragione della presenza di Babette nella casa delle due sorelle doveva essere cercata in un tempo più remoto e in una zona segreta della coscienza”. Babette “arrivata smunta e con gli occhi spauriti, come una bestia braccata” non parlava mai del suo passato e nonostante non avesse mai imparato “la lingua della sua nuova patria”, era rispettata sia al porto e sia al mercato. Babette inoltre era una cuoca speciale “comparsa come una mendicante, si era rivelata una conquistatrice”. Nella routine fatta di emozioni e sensazioni represse delle “due bionde Marie”, la “bruna Marta” avrebbe portato nella fredda Norvegia il cibo prelibato e il gusto di Parigi con un pranzo celebrativo organizzato per il compleanno del defunto decano. Mentre la voce della lettrice elenca le pietanze arrivate direttamente dalla capitale francese, offerte da Babette per le sue padrone e gli adepti, tra le quali un superbo brodo di tartaruga, un piatto ricercato come il Cailles en sarcophage innaffiate dal miglior Ammontillado, come per magia i vecchi rancori tra i fedeli scompaiono e la perduta armonia ritorna. È l’inizio di una vita nuova per il villaggio di Berlevaag e per i suoi abitanti imprigionati finora in un universo fatto di ferreo rigore e moralismo. È il miracolo della communard Babette “il più grande genio culinario” del Café Anglais di Parigi, “grande artista” capace di trasformare un pranzo in una “specie di avventura amorosa – una di quelle avventure amorose nobili e romantiche in cui non si distingue più tra la fame, o la sazietà del corpo e quella dello spirito!”.

The Immortal Story (1953). Una storia immortale per il Signor Clay che rappresenta un milione di sterline, tante quanto è l’ammontare del suo capitale. Un uomo “che detesta le finzioni, detesta le profezie, ama i fatti” e che desidera l’immortalità, perché “voglio lasciare in una mano che io stesso ho fatto vivere” l’ingente patrimonio che aveva accumulato. Elishama, testimone di un’unica notte d’amore tra un marinaio e una giovane bellissima chiamata Virginie, si renderà conto “del valore che si chiama commedia, perché in essa un uomo può alla fine dire la verità”.

Due racconti dai quali sono state tratte due memorabili pellicole cinematografiche, ora da riscoprire in versione audiolibro perché i grandi classici non tramontano mai. “È la storia di tutti i marinai del mondo. Anche i periodi e le parole sono uguali. Ma tutti i marinai sono contenti quando uno di loro comincia a raccontarla daccapo”.

Laura Morante ha esordito giovanissima a teatro con Carmelo Bene, poi passata al cinema ha legato il suo nome a quello dei principali registi italiani come Gianni Amelio, Nanni Moretti, Mario Monicelli, Paolo Virzì, Cristina Comencini, Gabriele Muccino e Carlo Verdone. Attrice impegnata, che non disdegna ruoli comici e brillanti, ha recentemente debuttato anche come regista con il film Ciliegine.

Karen Blixen (1885-1962) nacque in Danimarca dalla nobile famiglia dei Dinesen, fu educata in Svizzera e in Inghilterra. Sposatasi nel 1914 col cugino barone Blixen – Finecke, si trasferì con lui in Africa, a Nairobi, dove continuò a vivere anche dopo il divorzio. Tornò in Europa nel 1931. Tra le sue opere, ricordiamo La mia Africa e Sette storie gotiche.

Autore: Karen Blixen

Titolo: Laura Morante legge Karen Blixen.
Il pranzo di Babette e La storia immortale

Editore: Emons Audiolibri

Anno di pubblicazione: 2012

Prezzo: 12,90 euro

1 CD Audio formato MP3, durata 3 ore e 51 minuti versione integrale