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La scatola nera di Darwin, il concetto di evoluzione

 

di Claudio Straccamore

 

Per evoluzione si intende un processo attraverso il quale la vita nacque da materia non vivente, sviluppandosi in seguito grazie a mezzi esclusivamente naturali. E' questo il senso che Darwin diede alla parola, ed è il senso che essa mantiene all'interno della comunita scientifica. Ed è a questo significato del termine che l'autore Michael J. Behe professore di Scienze Biologiche alla Lehigh University muoverà la sua critica in questa seconda edizione de "La scatola nera di Darwin " (Edizioni Alfa & Omega, 2007), che già aiutò nel 1996 a lanciare il movimento dell' Inteligent Design: teoria secondo cui la natura esibisce prove di una progettualità che va al di la della casualità darwiniana.

 

Per Behe l'analisi del fenomeno complesso non ha precursori che lo anticipano e lo preparano: non è il compimento di un evoluzione. In particolare per Behe i fenomeni biochimici hanno certamente un "fine", ma le loro "parti" hanno significato, solo nel "tutto" entro cui stabiliscono i collegamenti che lo rendono funzionale ("totalitas ante partes" di Plotino). Behe lega il concetto di Disegno alla complessità, limitandolo a quei casi dove "un numero di componenti separate e interagenti sono aggregate in modo tale da realizzare una nuova funzione oltre a quella dei singoli componenti". Il disegno diventa evidente tanto più quanto più numerose sono le parti, come nei sistemi biochimici che controllano la respirazione cellulare, la coagulazione del sanguigna o il flagello batterico. Ogni forma attrae lo sviluppo verso se stessa, a riempire il suo spazio e la realtà sembra accorrere verso un bacino preparato per lei come a cercare la sua configurazione in un paesaggi predisposto. Comprendere il modo in cui qualcosa funziona non significa comprendere il modo in cui ha visto la luce, la scienza moderna ha compreso che in ultima analisi la vita e un fenomeno molecolare, ovviamente esistono caratteristiche biologiche complesse (come la circolazione sangue) che emergono a un livello superiore; ma i raffinati dettagli della vita sono il territorio proprio delle biomolecole. E' per questo che la biochimica, la scienza che studia queste molecole ha come missione l'esplorazione delle fondamenta stesse della vita. La scienza ha fatto progressi enormi nella comprensione del modo in cui funziona la chimica della vita, ma l'eleganza e la complessità dei sistemi biologici a livello molecolare hanno paralizzato ogni tentativo scientifico di spiegarne le origini.

 

Behe intende il vero meccanismo della vita non opera a livello dell'intero animale o organo: le parti più importanti degli esseri viventi sono troppo piccole per essere viste. La vita è una questione di dettagli e sono le molecole che sono i dettagli della vita. L'idea di Darwin puo forse spiegare gli zoccoli dei cavalli, ma è in grado di spiegare le fondamenta della vita? In breve, delle macchine molecolari altamente sofisticate controllano tutti i processi cellulari, e il meccanismo della vita e enormemente complesso. La complessità delle fondamenta della vita ha paralizzato i tentativi scientifici di spiegarla: le macchine molecolari innalzano una barriera quanto mai impenetrabile, che limita le possibilità universali del Darwinismo.Per scoprire il motivo l'autore si propone di esaminare, in questo libro, diverse affascinanti macchine molecolari, per poi chiedersi se possano essere spiegate attraverso il meccanismo di mutazione casuale/selezione naturale.

 

Molta gente ritiene che, mettere in discussione l'evoluzione darwiniana, debba equivalere necessariamente a sostenere il creazionismo. Il creazionismo comunemente inteso implica il fatto di credere in una Terra giovane, nata circa diecimila anni fa, secondo un'interpretazione della Bibbia ancora molto popolare. L'autore non ha nessun motivo per credere a ciò e trova l'idea della discendenza comune (secondo la quale tutti gli organismi hanno un antenato comune) molto convincente e non ha alcun motivo particolare per metterla in dubbio. Sebbene il meccanismo darwiniano - la selezione naturale che opera sulla variazione - possa spiegare molte cose, però, Behe non crede che spieghi la vita molecolare, e non ritiene neppure sorprendente che la nuova scienza del molto piccolo possa cambiare il modo in cui vediamo il molto grande.

 

In ultima sintesi il concetto di fondo che corre lungo tutte le pagine di questo interessantissimo libro e che ci sono problemi di ardua soluzione, altri che sono intrinsecamente insolubili, quanto meno con i solventi della corrente razionalità. Tra questi domina il problema della complessità della vita, che non si puà spiegare con una gradualità progressiva, perché non è il risultato ultimo di un lunghissimo processo: e presente all'inizio, in una ermetica "scatola nera".

 

Voto: 7

 

Autore: Michael J. Behe

Titolo: La scatola nera di Darwin

Editore: Alfa & Omega

Anno di pubblicazione: 2007

Pagine: 392

Prezzo: 21,90 euro

 

(14 giugno 2008)

                    

Michael J. Behe è professore di scienze biologiche alla Lehigh University. Ha conseguito il suo Ph.D in biochimica presso la University of Pennsylvania nel 1978. Attualmente le ricerche di Behe si concentrano sulla determinazione della progettualità e della selezione naturale nelle strutture proteiche. Vive a Bethlehem, Pennsylvania.